dimecres, 10 de maig del 2017

La Catalunya jueva / La Catalogna ebraica

Dopo Sant Jordi, la festa catalana dei libri e delle rose, arriva a Verona (Università di Verona - Dip.to di LLSS) la "Catalunya jueva", cioè, la Catalogna ebraica, dove la mia città, Girona (ma anche La Bisbal d'Empordà), avrà un ruolo di protagonista...

Attraverso il Ciclo di film-documentari sulla diaspora sefardita 
 (direzione scientifica: prof.ssa Paola Bellomi) scopriremo, il mercoledì 17 maggio, fra tante curiosità, il call jueu (il quartiere ebraico) della città di Girona, una delle poche città al mondo (ri)conosciuta dalle comunità ebraiche come madre di Israele

Locandina del ciclo di film-documentari
 17/05/2017 
alle ore 16.45 - Aula 2.6
  • Girona: The Mother of Israel: The Jews of Catalonia; regia: Patricia Snyder (USA, 1989)
  • The Last Jews of Libya, regia: Vivienne Roumani-Denn (USA, 2007)


Due proiezioni dedicate una alla presenza in Libia degli ebrei sefarditi e dei loro contatti con l'Italia di Mussolini e l'altra alla lunga e radicata presenza degli ebrei in Catalogna. 
La presentazione della storia della comunità ebraica catalana verrà condotta dalla dott.ssa Lídia Carol Geronès, docente di Lingua e cultura catalana (Università di Verona)

trailer Girona: The Mother of Israel qui

Alcune foto della presentazione:

Paola Bellomi e Lidia Carol Geronès

Studenti e membri della comunità ebraica di Verona













Il  martedì 23 maggio, dalle ore alle ore 10.00, presso l'AULA LAB. SMS 1 (EX CASERMA SANTA MARTA) si svolgerà la 
Giornata di Studi sulla Letteratura e la Cultura Sefardita "Ester e le altre", con la partecipazione di  

 Figlie di Sara, donne ebree a Girona nel medioevo

 
Cortile del Museu d'Història del Jueus de Girona

  • 11: 15, LÍDIA CAROL GERONÈS (Docente di Lingua e Cultura Catalana dell'Università di Verona)
Nella terra di Edom: alla riscoperta degli ebrei catalani, fra letteratura e cinema documentario

 Sara Copio Sullam, Ansaldo Cebà e Jacob Uziel: il dibattito sul poema (biblico) eroico (sec. XVII)
 

La Lozana Andaluza di Francisco Delicado: giudei e conversos nella Roma del primo Cinquecento

Raquel: il revival delle radici ebraiche nella letteratura spagnola contemporanea





Alcune foto del Seminario

Paola Bellomi apre la Gironata di studio

Lidia Carol Geronès introduce Silvia Planas
Silvia Planas parla del passato ebraico medievale di Girona, concentrandossi sul ruolo della donna

































Lidia Carol parla della presenza del passata e del popola ebraico nella letteratura catalana contemporanes

Andrea Zinato ci scopre il poeta -medico di Padova, sefardita proveniente di Salonicco- del Seicento veneziano Jacob Uziel

Andrea Zinato

Silvia Monti tratta il romanzo "La Lozana andaluza" (1528)

Paola Bellomi parla dell'opera di teatro di Antonia Bueno "Raquel hija de Sefarad" (2005)






























































dijous, 20 d’abril del 2017

Sant Jordi 2017: la letteratura catalana a Verona

Anche quest'anno festeggiamo a Verona la "Diada de Sant Jordi" (23 di aprile), la Festa catalana dei libri e delle rose, con gli studenti dell'Università di Verona (Dip.to di LLSS) e la libreria Libre!
 Quest'anno San Giorgio, 23 aprile, cade di domenica, e perciò, abbiamo organizzato un ciclo di conferenze  intorno questa data


·       Mercoledì 26 aprile, ore 16.50, Aula: T.10
Patrizio Rigobon (Ca’ Foscari – Università di Venezia)

Seconda Origine di Manuel di Pedrolo:
tradurre un best-seller catalano”


·       Venerdì 5 maggio, ore 13.30, Aula S. 11
Enric Bou (Ca’ Foscari – Università di Venezia)
“Letteratura urbana e Barcelona:
uno sguardo alla città sotterranea”

[foto alla fine del post]

Inoltre, per preparaci al romanzo di Manuel di Pedrolo,  




Mecanoscrit del segon origen (1974), il venerdì 21 aprile con gli studenti di "Lingua e Cultura Catalana 2", avremmo l'importante possibilità, dalla mano dell' Institut Ramon Llull, di vedere la trasposizione cinematografica di questo best-seller della letteratura catalana,  

Segon origen (2015), realizzata dai registi catalani Bigas Luna e Carles Porta




  • Trailer del film qui
  • Traduzione all'italiano del romanzo:






 



dalla mano di 
Patrizio Rigobon,
(Atmosphere Libri)










Venerdì 5 maggio, festeggieremmo Sant Jordi anche presso la libreria Libre! presentando un altro libro della letteratura catalana più recente, sempre pubblicato dalla casa editrice Atmosphere libri, Deviazioni di Enric Bou, con la presenza dell'autore e della traduttrice, Sara Antoniazzi.

LIBRE!  LA CULTURA BELLA E BUONA

LIBRERIA ED EMPORIO CULTURALE

 

Foto:

  • 21 aprile, visione del film: Segon origen (2015) Bigas Luna e Carles Porta)


     

     

     

     

     

     

     

     

    21 aprile, conferenza di Patrizio Rigobon:
    Seconda Originedi Manuel di Pedrolo: 

      

     

     

     

     

    5 maggio, conferenza di Enric Bou: “Letteratura urbana e Barcelona: uno sguardo alla città sotterranea”

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

     

    5 maggio, presentazione di Deviazioni (Atmosphere libri, 2017) di Enric Bou, presso la libreria Libre! di Verona, con la presenza dell'autore, Enric Bou e la traduttrice Sara Antoniazzi.




dilluns, 20 de març del 2017

Giornata Mondiale della Poesia

21 marzo 2017 

Con gli studenti di Lingua e cultura catalana 2 (aa 2016/2017 del Dip.ti di LLSS dell'UniVR) ci stiamo preparando per il 21 marzo: data che segna l'inizio della primavera ma anche data della Giornata Mondiale della Poesia, istituita dalla XXX Sessione della Conferenza Generale Unesco nel 1999. Aderendo agli atti organizzati dall' Institucio de les Lletres Catalanes, abbiamo tradotto all'italiano il poema di Antònia Vicens i Picornell, "La poesia"...

La poesia

plana sobre
la vida fulgors d’altres mons
t’esclata als ulls també
estrelles
d’aigua eixugades a la cala
de la infantesa quan
retuts tornen
els àngels ja sense
sal sense ales i tu
intentes agafar-ne les ombres
penjalls als fils
d’estendre les paraules l’hora
que més voldries
revocar els morts que
et pugen per
les cames
baldament omplis
la nit
de colomes blanques tot
esperant
una espurna de foc
que t’encengui el poema.


Le traduzioni degli studenti (lavoro di gruppo)


 



Versione di Francesco Ardolino:
La poesia
plana sulla
vita bagliori di altri mondi
ti scoppia anche negli occhi
stelle
d’acqua asciugate nella cala
dell’infanzia quando
sconfitti ritornano
gli angeli ormai senza
sale senza ali e tu
cerchi di catturarne le ombre
pendagli sui fili
per stendere
le parole l’ora
in cui solo vorresti
revocare i morti che
ti si arrampicano sulle
gambe
anche se riempi
la notte
di colombe bianche in
attesa
di una scintilla infuocata
che ti accenda una poesia.




Sia gli studenti che il prof. Ardolino hanno sottolineato che la parte centrale del poema è stata la più difficile da tradurre anche se quasi tutti hanno tradotto “penjalls” per “pendagli”. Una altra parola che ha suscitato interesse è stata la parola “cala”. Anche se in italiano c’è la parola “cala”, gli studenti hanno scelto: “baia” tre gruppi, un gruppo “insenatura” e infine un altro gruppo “cala”. Ardolino ci ha spiegato che lui ha scelto “cala” perché questa parola è molto presente nella poesia catalana contemporanea dei poeti maiorchini (Blai Bonet, Carme Riera, etc.). Così, abbiamo potuto capire l’importanza nel lavoro di traduzione della conoscenza del contesto letterario del poeta. In conclusione, abbiamo scoperto che il lavoro di traduzione non è solo quello di cambiare le parole da una lingua a un’altra, ma che bisogna interpretare il messaggio delle parole e, per fare questo, bisogna lasciarsi portare dall’istinto e delle proprie capacità creative. 

Video (pocchi secondi) del colegamento via Skype con Francesco Ardolino (Università di Barcelona)


 

  Antònia Vicens i Picornell, è una scrittrice di Mallorca, nata nel 1941 nella piccola località di Santanyì, dove nacque anche una altra delle voci letterarie più importanti delle lettere catalane, il poeta Blai Bonet. Vicens ha scritto narrativa breve, romanzi, poesie e memorie, e nel 2016 ricevete il premio Premi Nacional de Cultura, distinzione massima nell'ambito della cultura catalana, che otorga la Generalitat de Catalunya (il Governo autonomo della Catalogna)

Antònia Vicens recita la poesia "La meva primera llibreria" ("La mia prima libreria")
[4 aprile 2016, presso il Centro Centre d'Arts Santa Monica di Barcellona]


Antònia Vicens, esordì nel panorama delle lettere catalane, da giovanissima: con solo 26 anni vinse nel 1968  il premio al miglior romanzo, il Premi Sant Jordi de novel.la, con 39º a l'ombra



Per conoscere meglio l'autrice e la sua opera:
http://www.escriptors.cat/autors/vicensa/pagina.php?id_sec=1543
http://lletra.uoc.edu/ca/autor/antonia-vicens/
VIEDO: http://www.edu3.cat/Edu3tv/Fitxa?p_id=17249

dimarts, 31 de gener del 2017

Gli spazi della Battaglia dell'Ebro

GLI SPAZI DELLA BATTAGLIA DELL’EBRO




I territori dell’Ebro hanno vissuto sulla propria pelle uno dei momenti più tragici della storia contemporanea della Spagna: la Battaglia dell’Ebro durante la Guerra Civile (1936-1939). Gli spazi della Battaglia dell'Ebro sono un insieme di beni culturali legati al recupero della memoria storica, gestiti dal Consorzio per la memoria degli spazi della Battaglia dell’Ebro (COMEBE). Lo scopo di COMEBE è quindi il recupero della memoria storica e la rivitalizzazione di tutti i progetti e le attività che aiuteranno la diffusione e la conoscenza di questo evento storico. Esso ha portato alla creazione di un'attività di turismo e di memoria culturale di prim'ordine sia in Catalogna che nel resto della Spagna.

LA BATTAGLIA DELL’EBRO 


La Battaglia dell’Ebro iniziò la notte del 25 luglio del 1938, quando l’Esercito dell’Ebro attraversò il fiume di sorpresa e in poche ore penetrò il territorio controllato dalle forze nazionaliste.  Essa fu la battaglia più grande e sanguinaria di tutta la Guerra Civile spagnola, le cui conseguenze condizioneranno la fine della Repubblica e la vittoria degli eserciti di Franco. 

La rapida avanzata delle truppe repubblicane fu presto fermata alle porte di Gandesa e di Vilalba dels Arcs. Tra il 25 luglio e il 2 agosto, le unità repubblicane provarono, invano, a rompere le linee difensive nazionaliste e a liberare entrambe le cittadine, mentre il generale Franco inviava uomini e soldati per coprire quel fronte. Il 2 agosto l’esercito della Repubblica ordinò di interrompere l’offensiva e difendere invece il territorio conquistato fino a quel momento, circa 800 km2, lasciando l’iniziativa della battaglia alle forze nazionaliste.
I combattimenti si protrassero per altri 100 giorni circa.

Le popolazioni di Gandesa, Vilalba dels Arcs o Corbera d’Ebre, di Serra de Cavals, Pàndols, Gaetes, il Coll del Cosso, les Camposines e molti altri sono diventate parte della tragica storia militare della Guerra Civile, diventando lo scenario di feroci combattimenti, che decideranno, a lungo termine, il destino della Seconda Repubblica.

Sull’Ebro la Catalogna sacrificò buona parte del suo potenziale umano. La mobilitazione delle leve più anziane e dei più giovani, come per esempio la “Leva del Biberon”, portò, nel tempo, a un gap generazionale nel Paese e una perdita umana che fu sopperita solamente con l’arrivo di uomini e donne dal resto dello Stato.

L’esercito dell’Ebro, esausto dopo una dura battaglia, non fu in grado di opporre resistenza quando nel dicembre del 1938 le forze nazionaliste completarono l’invasione della Catalogna. In poco meno di due mesi occuparono tutto il Principato di Catalogna e ciò mise fine alla Repubblica e al sistema democratico della Spagna.  
Per essere diventata la battaglia più dura di tutta la guerra e per le conseguenze che ha comportato, la Battaglia dell’Ebro è un simbolo della distruzione e della barbarie della guerra e delle sue conseguenze, lasciando 120.000 vittime tra i due eserciti: 30.000 morti, 75.000 feriti e 15.000 prigionieri.

PERCORSO DEGLI SPAZI DELLA BATTAGLIA DELL’EBRO


Sono stati recuperati spazi decisivi della disfatta dell’Esercito della repubblica per mano dell’Esercito del generale Franco. Oggi è possibile visitare trincee, rifugi e monumenti ed esistono itinerari che ripercorrono i luoghi della battaglia. Si è creato inoltre un Centro di Studi della Battaglia dell’Ebro a Gandesa e due Centri di interpretazione, a Pinell de Brai e a Corbera d’Ebre. 




L’itinerario è composto da 14 spazi visitabili in diversi comuni:

Punto di partenza – Corbera d’Ebre: qui si trova il Centro d’accoglienza dei visitatori
Corbera d’Ebre- Memorial de los Camposines (Distanza 7 km)
Memorial de los Camposines –Castell de Móra d’Ebre (9 km)
Castell de Móra d’Ebre – Espai Històric de les Devees (19 km)
Espai Històric de les Devees – Espai Històric Quatre Camins (8,6 km)
Espai Històric Quatre Camins – Espai Historic dels Barrancs (6,8 km)
Espai Historic dels Barrancs – Mirador del Bassot (5,1 km)
Mirador del Bassot – Coll del Moro (13,5 km)
Coll del Moro – Centro di studi della Battaglia dell’Ebro (5,1 km)
Centro di studi della Battaglia dell’Ebro- Espai Històric Serra de Pàndols Cota 705 (7,1 km)
Espai Històric Serra de Pàndols Cota 705 – Pinell de Bral (10 km)




CORBERA D’EBRE


       1      Il Centro di accoglienza dei visitatori

Corbera d’Ebre è il punto di partenza dell’itinerario che collega tra di loro tutte le città maggiormente colpite dalla Battaglia dell’Ebro. A Corbera c’è il Centre d’Interpretació “115 giorni”. Al suo interno è situato il centro di accoglienza dei visitatori, dove è possibile acquistare l’ingresso per accedere ai distinti siti storici delle città coinvolte nella battaglia e dove si possono acquisire tutte le informazioni necessarie per poterli visitare.
Oltre al centro di accoglienza, l’edificio è caratterizzato da una terrazza mozzafiato che permette al visitatore di avere un primo contatto con il territorio circostante, in particolare con le montagne di Pàndols e Cavalls, scenari principali della battaglia dell’Ebro. 

       2.      Poble Vell



A cinque minuti a piedi dall’esposizione, si trova la prima località storica dell’itinerario, Poble Vell, che dal 1938, è testimone della tragedia che ha coinvolto il territorio di quelle zone. Dichiarato luogo di interesse storico dal parlamento della Catalogna nel 1992, la visita permette di comprenderne ancor meglio gli avvenimenti che hanno avuto luogo nell’estate del 1938. La città si innalza sulla montagna Montera a 337 metri di altezza. La chiesa di San Pere ne è il simbolo più caratteristico e riflette il dramma dei bombardamenti sofferto dalla popolazione civile.

Inoltre, è possibile visitare l’Abecedari de la Libertat che riunisce, in punti distinti, le 28 lettere dell’alfabeto, ovvero opere realizzate da artisti diversi con tecniche e materiali distinti che simboleggiano l’impegno dell’arte verso il rifiuto totale delle guerre e degli scontri bellici. Secondo il codice universale delle lettere e secondo la testimonianza e il coinvolgimento del mondo dell’arte per l’abolizione delle guerre e degli scontri bellici, l’Abecedari è considerato un monumento universale alla pace. Infine, è possibile visitare il Monumento alle Brigate Internazionali inaugurato nell’ottobre del 2000.


       3.      Esposizione La Trinxera

Vicino al centro si trova la peculiare esposizione di La Trinxera, esposizione di materiali e pezzi d’epoca antichi. Tale mostra è il frutto di anni di ricerche in quei posti che sono stati vittima della battaglia, di donazioni altruiste, di scambi e anche di alcune acquisizioni. Il materiale bellico esposto varia da bombe a mano, aeree, munizioni, baionette e proiettili a strumenti chirurgici, utensili d’uso comune, uniformi, caschi, bandiere, mappe, fotografie, carte d’identità, monete, utensili da cucina e tutto quello che serviva per vivere in trincea. I reperti sono collocati in vetrine illuminate che fanno sì che il visitatore possa osservarli in maniera comoda e dilettevole; al contempo, è possibile godere di alcune proiezioni con immagini e canzoni dell’epoca.

LA FATARELLA

       4.      Memorial de les Camposines

Il Memorial de les Camposines, costruito in prossimità della cappella di San Bartolomeo, riserva un posto distinto all’interno delle città della Battaglia dell’Ebro in quanto è il primo monumento eretto in memoria di tutti i combattenti della guerra, senza alcuna distinzione di bandiera. Si trasforma, inoltre, in uno spazio in cui verranno depositate le spoglie di tutti quei combattenti che ancora oggi sono seppelliti in punti diversi del territorio. In questo modo, tutti coloro che si sono sacrificati per le loro terre, possono ricevere un meritato riposo.

       5.      Le trincee di Les Devees

In aggiunta, non va dimenticato il luogo storico delle trincee di Les Devees, che permetterà al visitatore di avvicinarsi a uno degli elementi chiave della battaglia, che è la costruzione di reti difensive create per le truppe repubblicane affinché potessero resistere, sui campi di battaglia, ai continui attacchi delle truppe franchiste.  Il visitatore potrà apprezzare le tecniche costruttive utilizzate per realizzare chilometri di trincee e le risorse utilizzate dalle truppe per poter sopravvivere, in condizioni precarie, alla prima linea di fuoco.



MÓRA D’EBRE, ASCÓ, FLIX, RIBA ROJA: PAS DEL RIU



La battaglia lungo il fiume Ebro rappresentò un evento audace e sorprendente che colse di sorpresa le truppe ignare di Franco, perché nei trattati di strategia militare i fiumi copiosi come l’Ebro erano considerati barriere invalicabili.

Le truppe repubblicane attraversarono per lo più la zona compresa tra Riba-roja e Benifallet. Inoltre, al fine di distrarre l'attenzione del nemico realizzarono due attraversamenti minori, uno al nord del fiume tra Mequinensa e Fairó, e l'altro al sud, per Amposta. 



Nonostante il successo iniziale dell'operazione, non tardarono ad arrivare grossi problemi di approvvigionamento di uomini ​​e materiali a causa dei costanti bombardamenti dell'aviazione franchista sui diversi mezzi di trasporto.
Inoltre, il controllo dei serbatoi nella parte superiore del fiume permise loro di provocare inondazioni improvvise, che causarono grandi perdite all'Esercito Repubblicano.

Il fatto di combattere con un fiume alle spalle, reale frontiera naturale per il suo flusso e la sua larghezza, trasformò la Battaglia dell'Ebro in una lotta su due fronti: la prima frontiera di battaglia era situata essenzialmente nelle Serre di Pàndols e di Cavalls. I "pontoners" (gli ingegneri militari che si occupavano di facilitare il passaggio delle unità militari) fecero un grande sforzo per mantenere la linea di comunicazione lungo il fiume aperta in modo tale da permettere l'arrivo di rifornimenti e materiali alle unità repubblicane, così come l'evacuazione dei feriti e dei malati.


PAS DEL RIU


      6. Castell de Móra d’Ebre

Il castello di Móra d’Ebre fu un centro di comandamento e fureria durante la Battaglia dell’Ebro. Fu un punto strategico di controllo e difesa, sia in dominio franchista che repubblicano, per la sua prossimità al ponte che attraversava il fiume Ebro.
Ancora oggi possiamo vedere una chiatta utilizzata durante il conflitto e resti delle trincee a zig-zag all’interno del recinto.
I bombardamenti, l’uso di armi da fuoco e proiettili danneggiarono le mura della fortezza.


VILALBA DELS ARCS


       7.      Trincee del Barrancs

Questo luogo storico, situato sopra la linea del fronte che si collocava tra Vilalba des Arcs e Pobla de Massaluca, permette ai visitatori di rivivere parte delle esperienze che affrontarono i combattenti, camminando all’interno della linea di trincea e accedendo alle zone di riposo e ai posti di comando che furono costriuti intorno alla trincea.

       

      8.      El mirador del Bassot

Il comune di Vilalba dels Arcs si trova sopra una piccola collina (452m) che sorge tra la Vall dels Prats e il Barranc de les Capςades.
Seguendo il comando del 25 luglio del generale Franco, le truppe franchiste organizzarono la loro difesa sulla popolazione di Vilalba. Le truppe repubblicane avanzarono dalla Fatarella e stabilirono la loro massima linea di penetrazione sulla collina di Calvari e Castellets.
Per quattro giorni, fino al 29 luglio, le unità repubblicane assalirono la popolazione del settore di Bassot senza successo per la mancanza di artiglieria, che ancora non aveva passato il fiume, e di armamenti pesanti. Nel mentre, le forze franchiste resistettero agli assalti e rinforzarono la difesa con l’arrivo delle truppe riposate e pronte alla battaglia del 74° reggimento.
Dal 29 luglio e per quattro giorni, le truppe repubblicane provarono ad occupare la popolazione circostante i Quatre Camins, ugualmente senza successo.
A partire da quella data lo Stato Maggiore repubblicano pose fine all’azione offensiva e passò a difendere il territorio occupato. Gli otto giorni d’assedio così terminarono.


9.  Quatre camins

Quatre Camins prende il nome dall’incrocio delle quattro strade che convergono in quel punto e che conducono fino a Vilalba dels Arcs, la Fatarella, Corbera d’Ebre e Gandesa.
È dominato da due colline gemelle, delle quali la più vicina a Vilalba dels Arcs è nota come Quatre Camins, e durante la guerra era sotto il controllo franchista. L’altra, conosciuta come Punta Targa, era nelle mani delle truppe repubblicane dallo stesso 25 luglio.
Questo punto fu lo scenario di duri combattimenti e della disfatta del Terç de Montserrat il 19 agosto 1938



GANDESA


10. Coll del Moro


Questo luogo prende nome dal giacimento iberico che si trova non molto distante da questo monumento e che è uno dei più importanti della penisola iberica.
La sua posizione privilegiata, sopra un piccolo molo dal quale domina la piana di Gandesa e le montagne di Chevalls e Pàndols, trasformano questa collina in un luogo idoneo per controllare la scena della Battaglia d’Ebro. 


Il luogo è stato utilizzato dalle truppe nazionali per ospitare il quartier generale (chiamato Terminus) ed era il luogo dove il generale Franco avrebbe diretto la battaglia di Ebro). Nell’anno 1953, fu eretto il monolite che vediamo oggi per commemorare la visita del generale Franco al Coll de Moro.


11. Centre d’Estudis de la Battalla de l’Ebre ( Centro studi della battaglia di Ebro)


Lo scopo del centro di studi è quello di potenziare la conoscenza di una parte della storia del nostro paese a partire da una visita all’esposizione permanente, così come anche quello di proteggere questa eredità e offrire la sua conoscenza in maniera adeguata ai diversi segmenti della popolazione della nostra società (studenti, giovani, adulti, ecc...)


A CEBE vi possiamo trovare la ricostruzione di una trincea di pietra, effetti personali dei soldati, diversi materiali di guerra, esposizione dei diari di tutta la battaglia di Ebro, l’esposizione delle fotografie.




Il centro studi della battaglia di Ebro nasce per iniziativa di un gruppo di studiosi e collezionisti di Gandesa, interessati alla storia e al recupero del materiale documentario bellico e culturale dell’epoca compresa tra la metà di luglio e novembre del 1938 (25 di luglio e il 14 di Novembre), data in cui ebbe luogo la sanguinosa, triste e malaugurata famosa Battaglia di Ebro, nel corso della guerra civile.

I giovani possono conoscere fatti storici e allo stesso tempo sviluppare l’intelletto durante la visita del museo, fornendo loro un insieme di informazioni e preoccupazioni verso un contenuto sociale e che costituisce una parte della storia di un periodo importante come è la guerra civile spagnola.
Ciò che si vuole con questa esposizione e con queste iniziative differenti che si svolgono è trasmettere un messaggio di pace e concordia tra le popolazioni e tra tutti gli uomini. Ma è sopratutto, il desiderio che non si possano ripetere cose del genere... MAI PIU’.


MUSEO MEMORIALE DELLA BATTAGLIA DELL’EBRO A GANDESA


Il Museo Memoriale della Battaglia dell’Ebro venne inaugurato il 21 aprile 2011, ubicato nello storico edificio delle “Escoles Velles”. Questo spazio accolse tra il 1999 e il 2010 il museo del Centro di Studi della Battaglia dell’Ebro (CEBE). Nel 2010 l’edifico venne profondamente ristrutturato. Nello stesso periodo il CEBE, assieme al Comune di Gandesa e il Consorzio Memoriale degli Spazi della Battaglia dell’Ebro (COMEBE), iniziarono i lavori per la costruzione di un nuovo spazio museografico per sottolineare il ruolo centrale della capitale della Terra Alta durante la Battaglia dell’Ebro. Il museo è diviso in cinque aree:
  1. La memoria degli edifici. All’entrata del museo si colloca un’area che ricorda le origini della struttura che lo ospita: storica sede delle “Escoles Velles” dal 1927, venne convertita prima in ospedale repubblicano e poi franchista durante la Guerra Civile. Nel periodo franchista lo spazio ritornò ad accogliere gli alunni di Gandesa e, dopo diverse vicissitudini, nel 1999 venne trasformato nel primo Museo della Battaglia dell’Ebro.
  2. La storia del CEBE. Continuando si accede a una grande sala di 450 mq che combina l’esposizione della ricca collezione del CEBE, che vanta 1.500 pezzi, con moderni elementi museografici. In una sala annessa sono conservate due scenografie presenti nel museo antecedente: un equipaggiamento sanitario e una trincea.
  3. La memoria del paesaggio. In quest’area vengono esposte immagini e testi che riflettono l’impatto del conflitto sul terreno. L’elemento principale è costituito da un modello di grandi dimensioni della Terra Alta e della riva dell’Ebro dove si susseguono quattro filmati dedicati al paesaggio del conflitto: all’industrializzazione e alla guerra, ai cambiamenti della struttura urbana durante la guerra e agli spazi della memoria.
  4. La memoria degli oggetti. Proseguendo si accede alla quarta area, dove vengono esposti oggetti di vita quotidiana dei soldati e della popolazione durante la guerra e nei primi anni postbellici. È qui che vengono ricordate, tra le altre, le vite dei “Metralleros”, persone che per guadagnarsi da vivere raccoglievano i frammenti dei proiettili sui campi di battaglia.
  5. La memoria delle persone. In questa sala sono custodite le testimonianze di una quindicina di superstiti che raccontano le loro esperienze sulla Battaglia dell’Ebro, l’esilio e il periodo postbellico. Tra questi troviamo l’ex sindaco di Gandesa Jaume Ruiz, esiliati come Carme Casas o Montserrat Canalda e soldati repubblicani come Pere Godall e Josep Esplugas.


PINELL DEL BRAI


       12.      Serra del Pàndols

La “Cota 705”, il punto più alto della Serra del Pàndos, fu lo scenario di alcuni dei combattimenti più crudeli di tutta la battaglia. La “Cota 705” venne recuperata nel 1988 dall’Associazione dei Superstiti della Leva del Biberon e da allora, sulla sua sommità, si può visitare il Cubo della Pace e apprezzare l’imbattibile vista su tutti gli scenari della battaglia.




       13.      Le Voci del Fronte

Il Centro d’Interpretazione Le Voci del Fronte è il primo dei setti centri programmati ad aver aperto le sue porta al pubblico. Attraverso una museografia moderna e comprensibile, il visitatore potrà afferrare l’importanza che giocò, nei suoi differenti ambiti, dal fronte alla retroguardia, la stampa e la propaganda realizzate da entrambi gli schieramenti durante la battaglia.

       14.      Le Case Cadute

Nel nucleo urbano di Pinell de Brai sono conservate una serie di costruzioni che vennero distrutte durante la battaglia. Nonostante la ricostruzione del resto del paese, queste vestigia sono testimoni dello stato in cui versava la maggior parte degli edifici vicini alla prima linea di fuoco.




   Come riferimento per tutti i luoghi citati, una mappa della Terra dell’Ebro.



SITOGRAFIA




AUTORI

Giulia Profeta
Valentina Foltran
Barbara David
Regina Mayen Yel Lual
Filippo Pozza