dissabte, 28 de gener del 2017

Analisi della guerra civile spagnola attraverso il dipinto di Salvador Dalì, Morbida costruzione di fagioli bolliti: premonizione della guerra civile (1936) in confronto con il Guernica (1937) di Pablo Picasso.

 

Salvador Domènec Felip Jacint Dalí i Domènech, Marchese di Púbol, nato a Figueres l'11 maggio 1904, è stato un pittore, decoratore, scrittore e pensatore catalano, nonché uno dei maggiori rappresentanti del Surrealismo. Generalmente le sue competenze pittoriche vengono attribuite all'influenza e all'ammirazione che egli aveva per l'arte rinascimentale. Dalí ha avuto la capacità di forgiare uno stile personale e riconoscibile. Anche se i suoi principali mezzi di espressione sono stati la pittura e la scrittura, egli fece incursione anche nel campo del cinema, della scultura, della moda, dei gioielli, delle decorazioni e del teatro, dove lavorò come costumista e scenografo. Le sue apparizioni pubbliche, che fossero interviste o eventi non lasciavano indifferenti; e il suo rapporto ambiguo con il regime di Franco fece di questo personaggio poliedrico un'icona del XX secolo. Nacque l'11 maggio del 1904 in via Monturiol a Figueres, capitale dell'Alt Emporda.

 

 

Il fratello maggiore di Dalí, chiamato anch'egli Salvador, morì di meningite all'età di sette anni, tre anni prima della nascita dell'artista. Il padre, Salvador Dalí i Cusí, fu un pioniere del Movimento di Esperanto in Catalogna. Dalí studiò all'Institut Ramon Muntaner a Figueres, dove partecipò alla preparazione della rivista Studium, e dove ricevette anche la sua prima formazione artistica con il professor Juan Nunez. Nel 1916, scoprì la pittura moderna in un soggiorno estivo a Cadaqués con la famiglia di Ramon Pichot, un artista locale che viaggiava spesso a Parigi. Nel 1922, Dalì si trasferì a Madrid per studiare alla Real Academia de Bellas Artes de San Fernando. Ma nel 1926, poco prima di sostenere gli esami finali, fu espulso per aver affermato che nessuno dell'Accademia era abbastanza competente per esaminarlo. Nello stesso anno fece il suo primo viaggio a Parigi, dove incontrò Pablo Picasso, che il giovane Dalí venerava; Picasso aveva già sentito cose positive su Dalí da parte di Joan Miró.

Sul finire degli anni 20 Dalí diventò uno dei massimi esponenti del movimento surrealista. Ma nel 1936 André Breton espulse Dalí dalla sua cerchia surrealista, a causa delle sue tendenze fasciste, accusandolo di difendere il ''nuovo e irrazionale'' fenomeno hitleriano, accusa che Dalí respinse, affermando di non essere un hitleriano né di fatto né d'intenzione. 

 

L'artista fu uno dei pochi intellettuali che sostenne Francisco Franco nella sua ascesa al potere durante la guerra civile spagnola. Nel 1940, a causa della seconda guerra mondiale, si trasferì negli Stati Uniti con Gala, paese dove rimase fino al 1948, in un periodo considerato uno dei più fecondi della sua vita. Nel 1949 tornò in Catalogna con l'approvazione del governo di Francisco Franco, cosa che venne fortemente criticata da molti intellettuali e progressisti.

La sua pittura è caratterizzata da meticolosità nel disegno, una precisione quasi fotografica nel trattamento dei dettagli, l'uso di colori brillanti e luminosi e la rappresentazione di oggetti di uso quotidiano in forme compositive inaspettate e sorprendenti.

Dalí ha prodotto circa 1.500 dipinti durante la sua carriera, oltre a decine di illustrazioni per libri, litografie, disegni scenografie, costumi, e un numero enorme di disegni, sculture e progetti riguardanti la fotografia e il cinema. 

 

“Morbida costruzione di fagioli bolliti: premonizione di guerra civile” (Construcció tova amb mongetes bullides (Premonició de la Guerra Civil)) è un’opera surrealista nonché una delle più aggressive realizzata da Salvador Dalí nel 1936. E'un dipinto olio su tela di 100x99,9 cm. Mostra l'orrore della Guerra Civile spagnola, nonostante non fosse ancora iniziata, infatti il dipinto fu terminato sei mesi prima dell'inizio del conflitto. Inizialmente il titolo era “morbida costruzione di fagioli bolliti” al quale fu aggiunto “premonizioni di guerra civile” nel momento in cui scoppiò la guerra.

Dalí riuscì a intuire l'imminenza di ciò che stava per accadere e decise di raffigurare un mostro con una gamba e un arto monco, sorridente, che sembra accecato dal sole, il quale sovrasta un'altra figura simile. Come in altre opere di Salvador Dalí, l'elemento principale del titolo del quadro, i fagioli, vengono rappresentati in una piccola parte di esso, a terra davanti alle due figure protagoniste. Sullo sfondo è rappresentato un paesaggio roccioso e desertico, il cielo è blu scuro, coperto da nuvole, la scena si svolge nei luoghi più vicini a Dalí, nella zona di Cadaqués.

Non avendo trovato alcuna interpretazione, secondo la nostra opinione, questo quadro rappresenta la battaglia della Spagna contro sé stessa, è presagio delle atrocità che verranno commesse tra connazionali durante il conflitto.

 

 

Sempre in riferimento alla guerra civile spagnola, è possibile analizzare un’altra opera:

Guernica è un famoso dipinto di Pablo Picasso che descrive il bombardamento dell’omonima città. Il governo della Seconda Repubblica spagnola commissionò un dipinto a Picasso che decorasse il padiglione spagnolo durante l’Expo del 1937 a Parigi, per mostrare al mondo la situazione politica in Spagna. In un primo momento, l'autore pensò di realizzare un’allegoria della libertà dell'arte, ma cambiò idea dopo il bombardamento di Guernica, che ebbe luogo il 26 aprile. Picasso realizzò un quadro cubista che esprimesse la sua visione dei bombardamenti spagnoli e lo chiamò Guernica. Al giorno d’oggi è considerato un’opera fondamentale per comprendere la storia dell'arte. Guernica mostra le persone, gli animali e gli edifici distrutti dalla violenza e dal caos generato dalle bombe. L'austerità del colore si adatta al tema del quadro. La prima immagine che Picasso ha ricevuto del bombardamento è stato attraverso i giornali francesi, il che, promuove la teoria che l’artista interiorizzò l'orrore attraverso le tonalità del bianco e del nero raffigurate dalle immagini dei giornali. Il quadro diventò un'icona della lotta per la pace e un riflesso della situazione politica internazionale. Pochi mesi dopo aver terminato l'esposizione universale, il quadro, venne portato in tutta Europa e in America ed esposto in decine di gallerie, al fine di raccogliere fondi per la causa repubblicana; il quadro servì per far conoscere in tutto il mondo la storia e la crudeltà della guerra civile spagnola. Il dipinto finì al Moma a New York per volontà di Picasso, il quale, affermò che l’opera non sarebbe potuta tornare in Spagna prima della neutralizzazione del franchismo. Nel 1968, Franco cercò di recuperare Guernica, attraverso un'operazione di "salvataggio" chiamata "Operación Retorno" la quale incontrò il rifiuto categorico di Picasso. Picasso morì nel 1973. Franco morì due anni dopo. Attualmente il quadro si trova al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía

Passiamo all’opera: si tratta di un dipinto in bianco e nero immenso, di 3,5 metri di altezza e 7,8 metri di larghezza, dipinto ad olio su tela di lino e iuta. Il pannello centrale è occupato da un cavallo morente e da una donna che tiene in mano una lampada. Ai lati, la casa in fiamme con una donna che urla, e, a sinistra, un toro e un’altra donna con in grembo il suo bambino morto. E ’presentata una scena di morte, di violenza, di brutalità, di sofferenza e d'impotenza: Il centro del quadro è occupata da un cavallo che cade in agonia, trafitto da una lancia o giavellotto. Sotto il cavallo vi è un soldato morto, che sembra smembrato. La sua mano regge ancora una spada spezzata da cui un fiore cresce. Una lampadina brucia sull'occhio del cavallo. A destra del cavallo, una figura femminile spaventata, che sembra testimoniare la scena che si sta realizzando. Un'altra donna terrorizzata, alza gli occhi guardando la lampadina. Un uccello, probabilmente una colomba, inteso come richiamo alla pace, ha un moto di strazio prima di cadere a terra; Sulla destra, una figura con le braccia alzate in segno di terrore è intrappolata dal fuoco. Una porta aperta definisce l'estremità destra del dipinto. Guernica mette in scena una varietà di risorse espressive: l'illuminazione violenta e irregolare, quasi cupa, la distorsione drammatica delle figure, il disordine della composizione, la frammentazione dei corpi, mani alzate in un gesto disperato, bocche aperte in un urlo di orrore, in poche parole, una composizione che rappresenta profondamente le atrocità subite dal popolo spagnolo durante la guerra civile.

Le interpretazioni di Guernica variano ampiamente e sono contradditorie. Riguardano, ad esempio, i due elementi dominanti del ​​dipinto: il cavallo e il toro, i quali sono personaggi importanti della cultura spagnola. Picasso stesso durante la sua carriera, usò questi personaggi molte volte attribuendo loro ruoli diversi. Questo ha reso il compito di interpretare il significato specifico dei due animali molto difficile. L’interpretazione più realistica è che la presenza del toro, simbolo dell'irrompere della brutalità, e del cavallo, che somiglia molto ad un asino, ricordano la composizione del presepe natalizio, che risulta però sconvolto dal bombardamento. Le figure e gli oggetti rappresentati impressionano per la loro forza simbolica: la bocca aperta dell'uomo che è sdraiato sul pavimento, lo sguardo di orrore si perde nell'infinito, il braccio smembrato e sproporzionato in proporzione al volto, la spada spezzata che ha creato un fiore come simbolo di speranza e di pace metafora e sogno. In una scena di distruzione e macerie emergono due volti femminili, urlanti, che disperatamente tentano di sfuggire dall'orrore di un mondo distrutto dalla violenza. In sintesi, il Guernica è una suggestiva immagine, non solo una richiesta disperata di aiuto a favore della Repubblica spagnola, ma anche un grido d'allarme scioccante, quasi profetico, della tragedia che stava per avvenire in Europa. Queste immagini frammentate e terribili sono ormai un simbolo della lotta per la pace e la libertà. Il grido di dolore e di disperazione dell'umanità contro gli orrori della guerra e la follia della violenza e della distruzione.

 

 

Il bombardamento di Guernica fu un attacco aereo effettuato il 26 aprile 1937, da una squadriglia conosciuta come la legione Condor, contro la città basca di Guernica durante la guerra civile spagnola. Si tratta di un bombardamento che causò morte e distruzione. Guernica prima dell’attacco contava una popolazione di circa 3.700 abitanti. Tuttavia non aveva a disposizione un’adeguata difesa aerea. L’attacco iniziò alle 17.30. Il piano era quello di far saltare in aria il ponte, tuttavia rimase intatto. La città venne pesantemente bombardata in momenti diversi e si concluse verso le 20, ma il fuoco si spense solamente il giorno successivo. Non si riuscì mai a stimare il numero esatto delle vittime. La legione Condor fu la responsabile degli attacchi arerei in tutta la Spagna a sostegno della Germania nazista e delle truppe di Franco. L’obiettivo del bombardamento era di terrorizzare la popolazione civile repubblicana. Venne dichiarato che tale attacco funse da test per la seconda guerra mondiale. Tutto ciò divenne simbolo degli orrori della guerra. Il fatto ha avuto un grande impatto nel suo tempo e ha ispirato Pablo Ruiz Picasso per il suo dipinto più famoso, Guernica. La rappresentazione delle figure che riguardano il bombardamento (dal numero di aerei che sono stati coinvolti, quante bombe sono lanciate) ha generato polemiche in quanto è stato utilizzato per scopi di propaganda sociale – politica. Il bombardamento di Guernica non fu il primo nella storia, come è stato detto, contro la popolazione civile, come avevano fatto in precedenza almeno dell'aviazione italiana (Libia), francese, spagnolo (Marocco) e americana (Nicaragua) e soprattutto, in quanto argomento principale, non si può non citare la serie di bombardamenti navali ed aerei , iniziati il 30 ottobre 1936 su Barcellona e sulla Catalogna, considerati come i primi attacchi terroristici contro i civili di una grande città militante indifesa.

 

 

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