dimecres, 18 de gener del 2017




ITINERARI STORICI ALLE ISOLE BALEARI 


LA GUERRA CIVILE A PALMA

DATI E DOWNLOAD

Difficoltà: Facile, a piedi.

Durata: un’ora e mezza approssimativamente giacché la visita si effettua per il centro di Palma.

Lunghezza: 3,5 chilometri approssimativamente.

D’interesse: è un percorso che si può realizzare in qualsiasi giorno, in qualsiasi momento visto che è un percorso corto e rapido per le vie del centro di Palma.

Link: diario de mallorca: itinerarios-historicos



(Iseppato Silvia)

LA GUERRA CIVILE SPAGNOLA

Per comprendere gli eventi che hanno portato allo scoppio della Guerra Civile, bisogna conoscere il convulso panorama politico spagnolo, che si stava già sviluppando dal XIX secolo (Guerre Carliste, Prima Repubblica, etc..) e che arriva al suo culmine nel secolo successivo.
Il re Alfonso XIII abbandonò la Spagna di fronte alla mancanza di appoggio popolare nelle elezioni  amministrative del 1931. Si proclamò la Repubblica e si convocarono le elezioni nelle quali trionfarono le sinistre repubblicane e operaie (il PSOE – Partito Socialista Operaio Spagnolo- risulta essere il partito con più deputati al Parlamento): iniziò così il Biennio Progressista.
Ciò nonostante,  il fallimento nell’applicazione di alcune nuove leggi di elevato contenuto sociale provocò, nel 1933, una serie di insurrezioni anarchiche, che provocarono la caduta del Governo e la convocazione di elezioni anticipate nel 1933. La CEDA, partito di destra, vinse queste elezioni, però il Presidente della Repubblica non permise loro di formare il governo e lo formarono invece i radicali di AlejandroLerroux (presidente della Seconda Repubblica), con il supporto essenziale della CEDA, cominciando così il governo di centrodestra.
La CEDA pretese la sua partecipazione al governo. Si nominarono tre ministri della CEDA , però questa nomina costituzionale non fu accettata né dalla sinistra né dai nazionalisti. L’ERC (Sinistra Repubblicana di Catalogna) proclamò da Barcellona lo Stato Catalano e l’UGT  (Unione Generale dei Lavoratori) dichiarò uno sciopero generale  rivoluzionario, che provocò la Rivoluzione del 1934 e la proclamazione da Oviedo  della Repubblica Socialista Spagnola. La situazione venne rapidamente dominata dal governo, che represse duramente la rivolta e si iniziò una forte repressione.
La cattiva amministrazione fece cadere il governo e si convocarono nuove elezioni, che terminarono con la vittoria del Fronte Popolare. Poco tempo dopo, basandosi rigorosamente su una norma riguardante lo scioglimento delle Corts, venne destituito il presidente della repubblica, Alcalá-Zamora.  
Durante la Seconda Repubblica , la polarizzazione della politica spagnola che incominciò alla fine del XIX secolo arrivò al suo apice e fece convivere gli estremi in tutti i campi. Tutta questa situazione politica fece sì che, durante la Seconda Repubblica, il clima sociale fosse molto teso, l’ insicurezza cittadina molto alta e gli attentati di carattere politico o anticlericale una piaga per il paese.
Tra febbraio e luglio del 1936 si crearono grandi disordini in strada. Il 14 aprile del 1936 si concluse con la morte del sottotenente dei Re nella parata di commemorazione del Quinto anniversario della Repubblica, presieduto da Manuel Azaña. Il funerale costituì una scusa affinché la destra si riversasse in strada per protestare impetuosamente; la cerchia finì per provocare colluttazioni e sparatorie. In seguito ad una serie di attentati nei quali finirono membri di entrambe le parti, la mattina del 13 luglio 1936 un gruppo di guardie, non trovando nella sua casa Gil-Robles (Fronte Popolare), uccise José Calvo Sotelo, che era membro delle Corts e leader dell’opposizione del Fronte Popolare.
Questo crimine convinse i militari, tra i quali il generale Franco, a fare un colpo di stato, che era stato preparato per luglio tempo prima, contando sul supporto della Falange e dei movimenti conservatori e cattolici. L’insurrezione stava per iniziare.
Il conflitto devastò il paese tra il 17 luglio del 1936 e il 1 aprile del 1939, concludendosi con la vittoria dei ribelli e l’instaurazione di un regime dittatoriale di natura fascista, comandato dal generale Francisco Franco.
Quando venne fatto il colpo di stato contro la repubblica, Maiorca sosteneva le  forze rivoluzionarie. Questo colpo all’isola fu guidato dal generale Godet. Il 19 luglio del 1936 questi pubblicò un bando che dichiarava lo stato di guerra delle isole, che destituiva tutte le autorità repubblicane e che minacciava con la pena di morte i possibili ribelli. I soldati e falangisti occuparono le principali istituzioni: Govern Civil, Municipio, Diputaciò , Casa del Popolo, centri di telecomunicazione, stazioni ferroviarie, etc.  Anche nei villaggi successe lo stesso: i rivoluzionari occuparono le principali cariche dirigenziali e le istituzioni pertinenti. In pochi giorni il “Movimento” si consolidò con successo, senza che, all’inizio, ci fossero tanti contrasti come in altri luoghi della Penisola.
 Nonostante ciò, la popolazione non era cosciente di quello che sarebbe successo dopo. Di fronte ad alcuni focolai d’opposizione contro gli insorti, e specialmente dopo lo sbarco di Bayo, si intraprese un’azione repressiva molto dura che segnò gli avvenimenti fino al 1939.
 (Cotti Cottini Miriam)

1) Il palazzo dell’Almudaina

Cominceremo l’itinerario nel Palazzo dell’Almudaina, antica sede del Comando Militare delle Baleari, situato di fronte alla Cattedrale di Mallorca.
La mattina del 19 di luglio, il Generale Goded affida per iscritto ai capi militari l’ordine di uscire in strada, “secondo quanto ordinato”, alle 7.30. Il generale parte con l’aereo verso Barcellona alle 10.30, per farsi carico della ribellione nella capitale catalana, ma sarà sconfitto e giustiziato poco dopo.
L’ufficiale di artiglieria Tejada spiega che ha ricevuto l’ordine di muoversi alle 7 e che raduna la truppa e li richiama all’ordine con successo. Una scena simile deve avere luogo in altre caserme. Alle 7.30 di mattina, un picchetto di Fanteria, comandato dal capitano Ramon Fortuny, legge davanti al Capitanato -allora chiamato Comando Militare- il bando del Generale Goded, il quale dichiarava lo stato di guerra nelle Isole Baleari. 

Nel manifesto sono contenuti le seguenti disposizioni:
Articolo 1° – Si dichiara lo stato di Guerra a tutto l’arcipelago Baleari.
Articolo 2° – In difesa della patria viene assunta la direzione assoluta su tutto l’Arcipelago rimanente destituite tutte le autorità civili.
Articolo 3° - Determinato a mantenere inflessibilmente la mia autorità e l’ordine, passeranno per le armi tutti quelli che provano in qualsiasi forma, d’azione o di parola, a opporre la minima resistenza al movimento salvifico della Spagna.
Con la stessa esemplarità si punirà il più minimo tentativo di creare scioperi o sabotaggi di qualsiasi classe e il possesso di armi, che devono essere consegnate immediatamente nelle caserme.
Articolo 4° - Tutti i soldati che godono della licenza devono arruolarsi immediatamente. Così si arruolano immediatamente ai loro posti tutti i soldati (…) che appartengono alle postazioni dal 1931 al 1935, entrambi inclusivamente…
Palma di Mallorca, 19 di luglio 1936
Il Comandante Militare delle Baleari: Manuel Goded.

(Massaro Enrico)

2) Piazza di Corte

Lungo la strada del Palazzo Reale, ci dirigiamo verso la piazza di Corte, dove si trova il Municipio di Palma. Nel palazzo della Casa Concistoriale o Municipio, un piccolo particolare a forma di foro o colpo di proiettile testimonia l’inizio della Guerra Civile. Il foro si trova nella porta dell’ingresso principale sinistro della facciata principale del Municipio; è il segno che è rimasto del proiettile che attraversa il legno della porta e prosegue nel vestibolo. Questo particolare è un ricordo della sparatoria che avviene il 19 luglio 1936 nella via di Colombo e nella piazza di Corte, nella quale muoiono il falangista Joan Barbarà e il capitano d’artiglieria Josep Puig. Come afferma Massot i Muntaner, il giorno 19 luglio, “gli unici incidenti che abbiamo registrato a Palma sono una sparatoria nella piazza di Corte, a causa di un’accozzaglia dei ribelli stessi, che produce morti e feriti tra militari e falangisti, e alcuni feriti da arma da fuoco o da colpo con il calcio, curati nella Casa dei Soccorsi”. I ribelli approfittano di questo episodio per incolpare le forze del Fronte Popolare.

                                                                                                                   (Massaro Enrico)


3) Piazza Joan Carles I

Dalla piazza di Corte, scendiamo le scale del Passo d’en Quint, passiamo per la via di San Nicolau e, per la via Brondo, giungiamo alla piazza di Joan Carles I (piazza delle Tartarughe). Nel lato della piazza adiacente alla via de l’Uniò, vicino al Bar Bosch e di fronte a Villa Balaguer, c’era l’edificio soprannominato Cane Brondo, oggi scomparso. Nel 1936 era la sede del Governo Civile.                           
La mattina del 18 luglio giunge subito alle Isole la notizia del “colpo di Stato” del Marocco. Il Governo Civile prende immediatamente delle precauzioni, che risultano inutili: interruzione delle comunicazioni telegrafiche e telefoniche con la Penisola, allontanamento dei piloti militari, interrogatorio di Goded, contatti con i capi militari.
Il governatore civile delle Baleari, lo scrittore madrileno Antonio Espina – che aveva preso servizio nel suo impiego il giorno 10- convoca al suo ufficio il generale Goded per domandargli se il Governo delle Repubblica può contare sulla sua adesione. Goded risponde: “Non c’era bisogno di altro naturalmente”! e Espina si considera soddisfatto.
Come dice Josep Massot i Muntaner, i rappresentanti del Fronte Popolare delle Baleari, inquieti per il corso degli avvenimenti, accordano di manifestare la sua adesione alla Repubblica e conducono un proclama a tutti i cittadini “ai repubblicani e agli operai, e in generale a tutti i lavoratori liberi” affinchè siano disposti con tutta l’energia e in qualsiasi ambito a difendere il regime repubblicano contro un possibile intento sovversivo e reazionario dei nemici della Repubblica e del popolo. Vengono chieste armi a Espina, in previsione di un’insurrezione dei militari e delle forze della destra, ma il governatore risponde che ha forze sufficienti per garantire l’ordine e che Godet gli ha dato la parola d’onore di restare a fianco del Governo legalmente costituito. Poche ore più tardi, queste stesse truppe, sorprese per la dichiarazione di stato di guerra, devono fuggire o nascondersi.
Alle 5 di mattina del 19 luglio, dal suo ufficio, Espina da l’ordine di dichiarare uno sciopero generale di protesta. Ma poco dopo le 7.30 viene arrestato dai militari e trasferito alla fortezza di Sant Carles. Goded raccomanda García Ruiz di rispettare la vita di Espina, che viene internato nell’Ospedale Psichiatrico, dato per pazzo.

(Massaro Enrico)

4) Gran Hotel

Dalla via dell’Unió ci dirigiamo al Gran Hotel verso la piazza del Mercat. Gli aviatori italiani possiedono la loro caserma generale in questo edificio modernista, inaugurato nel 1903.
Nell’ottobre 1936 restano li un centinaio di aviatori e meccanici italiani, insediati nell’edificio. Sono i marinai degli apparecchi bombardieri Savoia Marchetti SM-79, «sparvieri» denominati, i trimotori. Velocissimi per quei tempi, con una velocità di crociera intorno ai 400 km orari che, andando più veloci dei cacciabombardieri della Repubblica, seminano bombe impunite per tutto il Levante della Penisola. Valencia, Cartagena, Tarragona, Barcellona vengono bombardate da aerei con base a Mallorca, fatto che causa migliaia di morti e enormi distruzioni. La presenza di questi aviatori gioca un ruolo decisivo nella sconfitta della spedizione di Bayo e nel risultato finale del conflitto a Mallorca.

Secondo fonti italiane dell’epoca ci risulta che, dal gennaio del 1937 al novembre del 1938, gli apparati legionari hanno realizzato 19.191 voli per un totale di 29.275 ore di volo, durante le quali sono stati lanciati 2.843.775 chili d’esplosivo, sono stati portati a termine 50 conflitti aerei e sono state effettuati 1.207 ricognizioni e 3.187 bombardamenti; sono state raggiunte 199 navi nemiche, 32 aerei repubblicani abbattuti in conflitti aerei e 22 distrutti durante il bombardamento dei campi d’aviazione.
(Massaro Enrico)

5)  Via Roma



Passiamo per la Rambla, denominata Via Roma dall’aprile del 1937 in riconoscimento del regime mussoliniano. Le sculture dei due romani che presiedono il passaggio, scolpite da Horaci d’Eguía a partire da alcuni originali provenienti dall’antico museo di Raixa, ricordano questo fatto.
D’altro canto, la Rambla,appare nell’opera di Georges Bernanos (Parigi 1888-1948) intitolata “Les grands cimetières sous la lune” (I grandi cimiteri sotto la luna), che cita questa via come testimonianza dell’ultimo viaggio di molti prigionieri: ‘Ho visto là in basso, a Maiorca, passare per la Rambla camion pieni di uomini (…). Li arrestavano tutte le notti in luoghi perduti, all’ora che tornavano dalla campagna; partivano per l’ultimo viaggio con la camicia incollata ai muscoli a causa del sudore, con le braccia ancora piene del lavoro della giornata, lasciando la zuppa servita sopra al tavolo e una donna che arriva troppo tardi sulla soglia del giardino, molto asfissiata con il fagottino ben stretto nel fazzoletto nuovo: Arrivederci! Saluti!

(Iseppato Silvia)

6) Scuola d’arte e Uffici

Dalla Rambla arriviamo all’Avinguda d’Alemanya, altro toponimo motivato inizialmente come omaggio alle potenze dell’Asse e, nella plaça del Institut Balear (Piazza dell’istituto Baleare), localizziamo la Scuola d’Arte e Uffici.
A partire dal mese di ottobre del 1936 ebbero luogo un gran numero di consigli di guerra che si perdurarono durante alcuni anni dopo della fine della guerra.
Buona parte dei consigli di guerra si tennero nella Scuola d’Arte e Uffici. Questi atti, ovviamente senza alcuna garanzia giuridica, agivano contro tutti i delitti previsti nel bando di dichiarazione di guerra del generale Goded e nel bando complementare del colonnello Díaz de Freijó del luglio del 1936.

Come dice Massot i Muntaner: ’Non si liberarono nemmeno gli stessi militari insorti: Díaz de Freijó, Ramos Unamuno e altri capi e ufficiali furono giudicati per ordine di Franco e incarcerati, accusati di poca energia di fronte a Bayo, e di negligenza e disorganizzazione nel comando. La maggioranza dei consigli, senza dubbio, si diressero contro le persone accusate di ostilità o di collaborazione con i nemici e seguirono il modello abituale in tutta la Spagna “nazionale”, dove, a causa di una piroetta giuridica inqualificabile, le azioni realizzate durante la Repubblica e durante la guerra in difesa del governo legittimo, si convertirono in delitti di ribellione degni di essere castigati, spesso con il massimo delle pene. A Maiorca in concreto si emisero un trecento pene di morte’.
Uno dei consigli di guerra più celebri finì il 16 febbraio del 1937 con la condanna a morte e la fucilazione, nel cimitero di Palma, il 24 febbraio del 1937, di Emili Darder e dei politici Alexandre Jaume, Antoni Ques e Antoni Mateu.
(Iseppato Silvia)

7) Via Joan March

Continuiamo per le vie e arriviamo alla Via di Joan March, dove si trova il cinema Augusta.
Questo edificio occupa l’antica posizione del magazzino di legna chiamato Can Mir.
Tra il settembre del 1936 e gennaio del 1941 fu la prigione principale di Maiorca.
Risulta impossibile sapere quante persone passarono da questo centro, conosciuto ufficialmente come la Presó de les Estacions a causa della sua straordinaria mobilità. D. Ginard calcola il numero di detenuti in un miliardo, come media. I carcerati si stendevano sul suolo o sui materassi, lasciando, tra le file diverse, un piccolo passaggio.

Era il luogo d’inizio dei tristemente famosi “prelievi”
Come ricorda Josep Massot i Muntaner: ‘Nella prigione di Can Mir, le notti di molti giorni del primo trimestre del 1937, verso le 9 era letta una lista alfabetica di una decina di carcerati che erano condotti ad un centro di polizia e messi ufficialmente in libertà: di nessuno di essi si è più saputo nulla’.
A metà del 1937 si produsse una certa normalizzazione, già che terminarono i prelievi che fino a quel momento avevano avuto luogo a Can Mir o nel castello di Bellver e che ogni notte causavano diverse vittime. Esisteva anche una prigione di donne, situata a les Germanetes dels Pobres, vicino all’attuale biblioteca pubblica Can Sales.
Castello di Bellver 

(Iseppato Silvia)


8) Strada Regina Maria Cristina

Se dal cinema Augusta avanziamo per la via Reina Maria Cristina, al n°15 si localizza uno dei numerosi rifugi civili antiaerei che si costruirono a Palma per proteggere le popolazione dagli attacchi aerei. È un corridoio stretto che scende fino a tre metri, con entrata da un portone situato sotto la scala e un totale di 24 gradini. L’interno misura poco più di 70 cm di larghezza e circa 1,90 metri di altezza. In fondo, una scaletta di gradini di ferro permetteva raggiungere l’uscita d’emergenza, nel recinto della casa. Secondo la testimonianza della signora Joana Vilallonga, figlia del costruttore del rifugio, molti giorni, alle 6 del mattino, era già abituale sentire le sirene che annunciavano gli aerei e scendevano al rifugio. Entravano i proprietari, vicini prossimi e gente che passava per la via.

Nella stessa via Reina Maria Cristina, affianco alla via Sanchis Guarner,si trova il pezzo dell’antica Casa del Poble. L’edificio fu una donazione de Joan March al Partito Socialista e alle società operaie. Il locale fu occupato da degli insorti lo stesso 19 luglio e saccheggiato immediatamente. Furono detenuti famosi militanti socialisti e comunisti che si erano rifugiati, come Aurora Picornell. L’edificio fu convertito in sede della Falange, nella stessa maniera che il locale di Esquerra Republicana Balear, nel Born fu occupato dalla Sezione Femminile. Quando era quartiere generale falangista, passavano da li i detenuti, che sistematicamente erano maltrattati e torturati. L’edificio fu demolito nell’anno 1975, e da allora, solo rimane un’area fantasmagorica.

(Iseppato Silvia)

9) Stazione del treno

Andiamo verso la Stazione del treno, situata nella plaça d’Espanya, per ricordare lo sciopero generale del 19 luglio.
Le organizzazioni operaie e della sinistra, come difesa contro il colpo di stato, avevano dichiarato uno sciopero generale, che il giorno 19 si notò a Palma, anche se era domenica, e, che Goded e García Ruiz vollero far fallire con tutti i mezzi possibili.
Lo stesso 19 luglio i soldati del Reggimento dell’Artiglieria si occuparono di vigilare i servizi di autobus e tram, “obbligando gli operai riluttanti a salire di grado o con la forza e riuscendo a dare a poche ore la sensazione di normalità in quei servizi che, grazie a questi lavori, non si interruppero neanche un solo istante” e si impadronirono delle “quattro centrali di luce e forza, minacciando il personale operaio a non fare resistenza e obbligando alla reazione e a riprendere il traffico, quello che si riuscì dopo aver domato alcuni ribelli e realizzare alcune detenzioni, rimanendo da quel momento militarizzate le centrali”.

Nei giorni successivi, “fino alla completa normalizzazione della città” continuarono questi servizi di vigilanza, “domando alcuni focolari di ribellione e vigilando specialmente i luoghi di possibile riunione dei rossi”.
(Iseppato Silvia)


10) Porta de Sant Antoni

Passando per le Avingudes ci dirigiamo alla Porta di Sant’Antonio, a fianco della strada della Ferreria.
Il bombardamento del 7 dicembre del 1937 è stato uno dei più pesanti sofferti a Palma. L’effetto più demolitore si concentrò alla porta di sant’Antonio e nelle sue vicinanze.
Venne distrutto tutto l’edificio situato al lato della porta di sant’Antonio con la strada della Ferreria, inclusa la farmacia del pianterreno. Ci furono 7 morti e 40 feriti. Gli aerei dei repubblicani si scontrarono con un ”nido di mitragliatrici”, situato nella tenuta di Casa Cros (Viale- Strada Manacor).
In un’incursione precedente, il 7 ottobre, intervennero 16 aerei; allora fu toccato il monastero di San Girolamo, venne distrutta la Sala Capitolare e uccise due monache.


Esempio di Nido di Mitragliatrici

(Cotti Cottini Miriam)


Sitografiahttp://mas.diariodemallorca.es/itinerarios-historicos/cat/category/segle-xx/la-guerra-civil-a-palma/


Lavoro realizzato da:
Cotti Cottini Miriam
Iseppato Silvia
Massaro Enrico


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