In occasione
dell’ottantesimo anniversario dall’ inizio della Guerra Civile Spagnola
(1936-1939), sul territorio nazionale e in altre città europee si sono promosse diverse iniziative per
ricordare il tragico avvenimento che ha colpito profondamente la Spagna. Tra le
varie attività organizzate vi sono mostre, rassegne letterarie ed
enogastronomiche, conferenze e tante altre iniziative di grande interesse culturale
e storico, con il semplice scopo di raccontare il conflitto bellico e augurarsi
che non si ripeta più.
Con lo stesso scopo
durante tutto l’anno vengono realizzate altrettante iniziative in tutto il
paese e specialmente nella regione catalana, scenario di diverse tappe della “Guerra
Civil”. In questa zona della Spagna possiamo trovare moltissime associazioni
che si occupano di turismo bellico, offrendo ai visitatori la possibilità di
conoscere i territori catalani attraverso i suoi paesaggi, siti archeologici e
strutture architettoniche, senza dimenticare mai di raccontare la storia delle persone che
ci abitano, il loro passato, la loro cultura.
Grazie a queste
organizzazioni è possibile rivivere i ricordi della guerra, in modi inaspettati
e piacevoli. In modo particolare una delle attività più interessanti che si
possono trovare è rivolta agli amanti dello sport all’aria aperta o per chi,
semplicemente, preferisce visitare dal vivo i luoghi che sono stati teatro dei
vari scontri bellici. In Catalogna è possibile effettuare a piedi o in bici,
alcuni percorsi guidati permettendo al visitatore di addentrarsi nei luoghi più
caratteristici e instaurare una connessione più profonda con territorio e
cultura.
Di seguito proponiamo due
fra centinaia di “rutes turístiques” che ripercorrono le tracce lasciate dalla
guerra civil.
Percorso numero 1:
“Soldats de Salamina”http://www.catalunya.com/ruta-soldats-de-salamina-24-1-27
La novella storica “Soldats de Salamina”
scritta dal professore universitario Javier Cercas nel 2001, ha ispirato la
creazione di 3 percorsi differenti che permettono di conoscere la Guerra Civile
e i patrimoni naturali e culturali della regione del Plan de l’Estany, situata
a nord-est della Catalogna. Il conflitto bellico coinvolge con forza questa
zona boschiva, la retroguardia degli scontri tra la fazione repubblicana e
quella franchista, dove la finzione di questo libro colloca le varie
vicissitudini del falangista Rafael Sánchez Mazas e dei suoi “amici del bosco”.
È possibile percorrere questi itinerari accompagnati da una guida, grazie
all’iniziativa del Consell Comarcal del Pla de l’Estany http://www.plaestany.cat .
Itinerario 1: da Palol de
Revardit a Cornellà del Terri.
Questo itinerario ha una
durata approssimativa di un’ora e mezza, con 3,5 chilometri di distanza da
percorrere ed un livello di difficoltà basso. Questo tragitto ripercorre i
boschi di Palol de Revardit, dove Sánchez Mazas andò a nascondersi fuggendo dal
Collel, fino ad arrivare al Mas Borrell, dove la famiglia di Maria Ferré gli
donò cibo e lo consigliò sul da farsi.
Questi saranno anche gli
scenari dove il regista David Trueba girerà parte del film https://fr.m.wikipedia.org/wiki/Les_Soldats_de_Salamine basato su questo libro. Più avanti, questa strada
incontra il bosco de Can Battle, che Sánchez e i suoi amici del bosco
attraversarono svariate volte alla ricerca di cibo e nascondigli fino ad
arrivare alla Casa Nova.
In questa altra fattoria,
oggi in rovina, il romanzo situa Sánchez Mazas che per alcuni giorni si nascose
grazie all’aiuto della famiglia Ferré. Da quel punto, seguendo il corso del
fiume e la strada forestale che proviene dal centro di Palol de Revardit, si torna
al punto di partenza, a Mas Borrel.
Itinerario 2: da Sant
Miquel de Campmajor
La difficoltà risulta
essere già medio-alta, con una durata di circa 3 ore e mezza e con 10
chilometri di distanza. Questo percorso inizia a Can Gifré, vicino a Sant
Miguel de Campmajor, segue la rupe de Golany fino al piano de Sant Nicolau e la
grotta di Golany.
È in questo posto che si
trova la grotta dei Capellani, che da senso e giustificazione all’intero
percorso, dato che servì da rifugio per i disertori delle due fazioni durante
la Guerra Civile.
Infatti, assieme alla
capanna dei carbonai costruita di fronte, nella zona del bosco più fitta, si
arrivò ad accogliere 21 persone, tra religiosi e civili in fuga nel periodo tra
il 1936 e il 1939. Il cibo per i fuggitivi veniva portato dalle famiglie dei
paesi vicini di Sant Miquel de Campmajor e di Falgons.
L’itinerario offre
paesaggi piuttosto vari ed interessanti: da un lato la via che arriva fino alla
roccia dei Cappellani, con un rilievo piuttosto ripido e dall’altro, la più
vicina a Sant Miquel è più piana e distesa.
Itineraio 3: da Sant
Miquel de Campmajor
Il santuario di Santa
Maria del Colell i Sant Ferriol, è la strada più dura delle 3, con un livello
di difficoltà alto e una durata approssimativa di 4 ore e mezza necessarie a
percorrere una distanza di 15 chilometri.
Questo percorso inizia
davanti al santuario de Santa Maria del Colell, che svolgeva la funzione di
prigione per la fazione repubblicana. Qui furono reclusi illustri dirigenti
falangisti, tra i quali secondo il racconto, Rafael Sánchez Mazas, che provò a
fuggire quando si trovò al momento dell’esecuzione.
Questa strada avanza
leggermente all’interno della comarca della Garrotxa e segue buona parte del
fiume Ser attraverso un luogo umido e ricco di vegetazione, con grande presenza
di acqua. In effetti, in alcuni punti è necessario procedere scalzi per
attraversare il fiume.
Il villaggio di Torn è
uno dei punti di passaggio che conduce fino al castello e al mulino di Roca.
Questo castello è una
costruzione medievale che ancora mantiene elementi tardo romani (fine XIII
secolo e inizi XIV).
Il mulino si azionava
grazie alle acque del fiume Sur, che in questo posto formano una cascata e una
goletta. Tutto ciò costituisce un angolo di estrema bellezza naturale.
Percorso numero 2: http://www.catalunya.com/art-i-guerra-rere-les-petjades-de-picasso-i-la-guerra-civil-24-1-538135
“Art i guerra. Rere les
petjades de Picasso i la guerra civil”
(Arte e guerra. Dietro i
passi di Picasso e della guerra civile)
Questo percorso ha un
livello di difficoltà basso, adatto anche a principianti. È percorribile a
piedi, in bicicletta o in macchina. Dura 3 giorni e ci illustra i territori dove si è svolta la
battaglia del fiume Ebro che durò dal 25
luglio 1938 al 16 novembre dello stesso anno. Fu un lungo combattimento che
vide vittoriosi i nazionalisti, forti dell’appoggio delle truppe internazionali
tedesche e italiane. In seguito alla vittoria del generale Franco il territorio
della Spagna repubblicana venne diviso in due. Questa terribile battaglia causo
circa 50000 feriti e 35000 morti da entrambe le fazioni.
Giorno 1
Llegendes de conte. (Racconti
di fiabe)
Si parte dalla
sorprendente storia del paesino di Siruana, frazione del comune di Cornudella
de Montsant ,nella provincia di Tarragona. Qui il paesaggio è dominato dal
castello, arabo costruito nel IX secolo. Durante la guerra fu protagonista di
assedi interminabili e conquiste impossibili. La vista dall’alto ci mostra un
precipizio mozzafiato che ci spiega perché questo fu uno dei territori più
difficili da conquistare. Girando per il paese poi si respira un aria magica.
Passeggiando fra le case e le vie si respira un aria fiabesca. Attualmente il
paese è abitato solo da una quarantina di
persone.
“Sota el pes de les
bombes” (Sotto il peso delle bombe.)
Seguendo il percorso ci
troviamo a Flix, un piccolo paesino che visse una delle pagine più sanguinose
della battaglia dell’Ebro. Situato in una posizione strategica, ai tempi della
guerra venne colpito con bombardamenti aerei perché qui venivano fabbricati gli
esplosivi. Inoltre é possibile visitare un rifugio antiaereo costruito nello
stesso periodo. Attualmente rimane comunque un paesino con un’industria molto
forte nel settore chimico grazie anche alla centrale idroelettrica alimentata
dal fiume.
Giorno 2
“La Batalla del Ebre, avui”
(La Battaglia dell’Ebro, oggi)
Da La Fatarella con Le
Rutes Borrell si possono ripercorrere i fatti che hanno segnato questo
territorio durante la battaglia dell’Ebro. Questo percorso si fa in fuori
strada e ha una durata di circa 8 ore. Qui si fa visita a un museo locale della
battaglia dove si racconta come In questo paesino di montagna grazie alla sua
posizione strategica la guerra divenne di trincea sfociando in episodi di
inaudita violenza che hanno lasciato un segno profondo nella storia spagnola.
“L’Horta més picassiana”.
(La Horta picassiana)
Picasso visse a Horta de
Sant Joan. Qui prese ispirazione, dipinse e visse come una persona qualunque del
luogo. Era innamorato di questi paesaggi. Nel vecchio ospedale ora c’é il
Centro Picasso, uno spazio dove si espongono riproduzioni di tutte le opere che
l’artista dipinse a Horta, Parigi e Barcellona rievocando la sua amata Horta. Per
percorrere questi paesaggi è consigliata una mountain bike attraverso la Via
Verda de la Terra Alta.
“Pinzelladas ancestrals”
( Pennellate ancestrali)
L’arte rupestre trasporta
a un mondo lontano e ancestrale. A Ulldecona nel Abrics de l’Ermità si può
ammirare una delle scene di caccia più antiche di tutta la catalogna. Ha uno
stile narrativo e naturalista e si possono vedere ancora tanti dettagli come le
pettinature, i vestiti e gli archi semplici e complessi.
“Sobrevolant la batalla”
(Sorvolando la battaglia)
L’itinerario si conclude
con la visita al campo di aviazione della Sènia. Questo punto era importantissimo
a livello strategico perché da qui durante la battaglia dell’Ebro uscivano gli
aerei per attaccare il fronte Aragón. Con l’avvento degli aerei il modo di
combattere le guerre era cambiato per sempre. Le bombe venivano lanciate e non
sempre c’era un obiettivo preciso o precisione nel colpire. Migliaia di civili
innocenti hanno perso la vita in questo modo.
Qui è possibile visitare
un museo e vedere il documentario “Entre dos Fronts” di Marc Ortiz https://m.youtube.com/watch?v=o_InnOQOi24 che racconta dei bombardamenti aerei e
l’abbattimento dell’aereo di Rafael Ballester Linares.
La guerra civile spagnola
negli anni é stata raccontata da tanti scrittori, ma una delle voci più
autorevoli è stata quella di Hemingway nel suo libro del 1945 “Per chi suona la
campana”. Qui l’autore racconta un brevissimo episodio di guerra, dove il
soldato americano Robert Jordan delle Brigate Internazionali, alleate con i
repubblicani, deve fare saltare un ponte, ma nel farlo si trova a riflettere sul
senso della guerra in generale. Hemingway ci illustra allo stesso tempo con estrema
chiarezza l’inutilità di questo combattimento fra uomini di fazioni opposte, ma
uguali, poveri, vittime di ordini dettati da generali invasati e di ideali
politici lontani dalla democrazia. Vite dedicate a un ideale, disposte anche ad
uccidere e alla fine spezzate in un combattimento feroce e violento.
La guerra non risparmia nessuno, nemmeno i civili
bombardati senza possibilità di scampo. Un popolo intero e la sua economia
messa in ginocchio dalla violenza e la smania di potere dell’essere umano. Case,
ospedali, edifici storici, patrimonio culturale, archeologico e architettonico.
Tutto distrutto.
Nella guerra non c’è mai
un vincitore. L’unico bottino è la nostra memoria storica che ci deve ricordare
ogni giorno il passato e insegnarci che c’e sempre un modo migliore per
raggiungere i propri ideali. I luoghi della guerra sono da ripercorrere, magari
con una lenta passeggiata che ci dia il tempo di pensare e acquisire una
consapevolezza della “importància de la vida”.
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