dimecres, 18 de gener del 2017

Itinerari turistitici della Guerra Civile Spagnola



In occasione dell’ottantesimo anniversario dall’ inizio della Guerra Civile Spagnola (1936-1939), sul territorio nazionale e in altre città europee  si sono promosse diverse iniziative per ricordare il tragico avvenimento che ha colpito profondamente la Spagna. Tra le varie attività organizzate vi sono mostre, rassegne letterarie ed enogastronomiche, conferenze e tante altre iniziative di grande interesse culturale e storico, con il semplice scopo di raccontare il conflitto bellico e augurarsi che non si ripeta più.
Con lo stesso scopo durante tutto l’anno vengono realizzate altrettante iniziative in tutto il paese e specialmente nella regione catalana, scenario di diverse tappe della “Guerra Civil”. In questa zona della Spagna possiamo trovare moltissime associazioni che si occupano di turismo bellico, offrendo ai visitatori la possibilità di conoscere i territori catalani attraverso i suoi paesaggi, siti archeologici e strutture architettoniche, senza dimenticare  mai di raccontare la storia delle persone che ci abitano, il loro passato, la loro cultura.
Grazie a queste organizzazioni è possibile rivivere i ricordi della guerra, in modi inaspettati e piacevoli. In modo particolare una delle attività più interessanti che si possono trovare è rivolta agli amanti dello sport all’aria aperta o per chi, semplicemente, preferisce visitare dal vivo i luoghi che sono stati teatro dei vari scontri bellici. In Catalogna è possibile effettuare a piedi o in bici, alcuni percorsi guidati permettendo al visitatore di addentrarsi nei luoghi più caratteristici e instaurare una connessione più profonda con territorio e cultura.

Di seguito proponiamo due fra centinaia di “rutes turístiques” che ripercorrono le tracce lasciate dalla guerra civil.

Percorso numero 1: “Soldats de Salamina”http://www.catalunya.com/ruta-soldats-de-salamina-24-1-27



La novella storica “Soldats de Salamina” scritta dal professore universitario Javier Cercas nel 2001, ha ispirato la creazione di 3 percorsi differenti che permettono di conoscere la Guerra Civile e i patrimoni naturali e culturali della regione del Plan de l’Estany, situata a nord-est della Catalogna. Il conflitto bellico coinvolge con forza questa zona boschiva, la retroguardia degli scontri tra la fazione repubblicana e quella franchista, dove la finzione di questo libro colloca le varie vicissitudini del falangista Rafael Sánchez Mazas e dei suoi “amici del bosco”. È possibile percorrere questi itinerari accompagnati da una guida, grazie all’iniziativa del Consell Comarcal del Pla de l’Estany http://www.plaestany.cat .
Itinerario 1: da Palol de Revardit a Cornellà del Terri.
Questo itinerario ha una durata approssimativa di un’ora e mezza, con 3,5 chilometri di distanza da percorrere ed un livello di difficoltà basso. Questo tragitto ripercorre i boschi di Palol de Revardit, dove Sánchez Mazas andò a nascondersi fuggendo dal Collel, fino ad arrivare al Mas Borrell, dove la famiglia di Maria Ferré gli donò cibo e lo consigliò sul da farsi.
Questi saranno anche gli scenari dove il regista David Trueba girerà parte del film https://fr.m.wikipedia.org/wiki/Les_Soldats_de_Salamine basato su questo libro. Più avanti, questa strada incontra il bosco de Can Battle, che Sánchez e i suoi amici del bosco attraversarono svariate volte alla ricerca di cibo e nascondigli fino ad arrivare alla Casa Nova.
In questa altra fattoria, oggi in rovina, il romanzo situa Sánchez Mazas che per alcuni giorni si nascose grazie all’aiuto della famiglia Ferré. Da quel punto, seguendo il corso del fiume e la strada forestale che proviene dal centro di Palol de Revardit, si torna al punto di partenza, a Mas Borrel.

Itinerario 2: da Sant Miquel de Campmajor
La difficoltà risulta essere già medio-alta, con una durata di circa 3 ore e mezza e con 10 chilometri di distanza. Questo percorso inizia a Can Gifré, vicino a Sant Miguel de Campmajor, segue la rupe de Golany fino al piano de Sant Nicolau e la grotta di Golany.
È in questo posto che si trova la grotta dei Capellani, che da senso e giustificazione all’intero percorso, dato che servì da rifugio per i disertori delle due fazioni durante la Guerra Civile.
Infatti, assieme alla capanna dei carbonai costruita di fronte, nella zona del bosco più fitta, si arrivò ad accogliere 21 persone, tra religiosi e civili in fuga nel periodo tra il 1936 e il 1939. Il cibo per i fuggitivi veniva portato dalle famiglie dei paesi vicini di Sant Miquel de Campmajor e di Falgons.
L’itinerario offre paesaggi piuttosto vari ed interessanti: da un lato la via che arriva fino alla roccia dei Cappellani, con un rilievo piuttosto ripido e dall’altro, la più vicina a Sant Miquel è più piana e distesa.

Itineraio 3: da Sant Miquel de Campmajor
Il santuario di Santa Maria del Colell i Sant Ferriol, è la strada più dura delle 3, con un livello di difficoltà alto e una durata approssimativa di 4 ore e mezza necessarie a percorrere una distanza di 15 chilometri.

Questo percorso inizia davanti al santuario de Santa Maria del Colell, che svolgeva la funzione di prigione per la fazione repubblicana. Qui furono reclusi illustri dirigenti falangisti, tra i quali secondo il racconto, Rafael Sánchez Mazas, che provò a fuggire quando si trovò al momento dell’esecuzione.
Questa strada avanza leggermente all’interno della comarca della Garrotxa e segue buona parte del fiume Ser attraverso un luogo umido e ricco di vegetazione, con grande presenza di acqua. In effetti, in alcuni punti è necessario procedere scalzi per attraversare il fiume.
Il villaggio di Torn è uno dei punti di passaggio che conduce fino al castello e al mulino di Roca.
Questo castello è una costruzione medievale che ancora mantiene elementi tardo romani (fine XIII secolo e inizi XIV).


Il mulino si azionava grazie alle acque del fiume Sur, che in questo posto formano una cascata e una goletta. Tutto ciò costituisce un angolo di estrema bellezza naturale.






“Art i guerra. Rere les petjades de Picasso i la guerra civil”
(Arte e guerra. Dietro i passi di Picasso e della guerra civile)

Questo percorso ha un livello di difficoltà basso, adatto anche a principianti. È percorribile a piedi, in bicicletta o in macchina. Dura 3 giorni e  ci illustra i territori dove si è svolta la battaglia del fiume Ebro che  durò dal 25 luglio 1938 al 16 novembre dello stesso anno. Fu un lungo combattimento che vide vittoriosi i nazionalisti, forti dell’appoggio delle truppe internazionali tedesche e italiane. In seguito alla vittoria del generale Franco il territorio della Spagna repubblicana venne diviso in due. Questa terribile battaglia causo circa 50000 feriti e 35000 morti da entrambe le fazioni.

Giorno 1
Llegendes de conte. (Racconti di fiabe)

Si parte dalla sorprendente storia del paesino di Siruana, frazione del comune di Cornudella de Montsant ,nella provincia di Tarragona. Qui il paesaggio è dominato dal castello, arabo costruito nel IX secolo. Durante la guerra fu protagonista di assedi interminabili e conquiste impossibili. La vista dall’alto ci mostra un precipizio mozzafiato che ci spiega perché questo fu uno dei territori più difficili da conquistare. Girando per il paese poi si respira un aria magica. Passeggiando fra le case e le vie si respira un aria fiabesca. Attualmente il paese è abitato solo  da una quarantina di persone.


“Sota el pes de les bombes”  (Sotto il peso delle bombe.)


Seguendo il percorso ci troviamo a Flix, un piccolo paesino che visse una delle pagine più sanguinose della battaglia dell’Ebro. Situato in una posizione strategica, ai tempi della guerra venne colpito con bombardamenti aerei perché qui venivano fabbricati gli esplosivi. Inoltre é possibile visitare un rifugio antiaereo costruito nello stesso periodo. Attualmente rimane comunque un paesino con un’industria molto forte nel settore chimico grazie anche alla centrale idroelettrica alimentata dal fiume.

Giorno 2
“La Batalla del Ebre, avui” (La Battaglia dell’Ebro, oggi)

Da La Fatarella con Le Rutes Borrell si possono ripercorrere i fatti che hanno segnato questo territorio durante la battaglia dell’Ebro. Questo percorso si fa in fuori strada e ha una durata di circa 8 ore. Qui si fa visita a un museo locale della battaglia dove si racconta come In questo paesino di montagna grazie alla sua posizione strategica la guerra divenne di trincea sfociando in episodi di inaudita violenza che hanno lasciato un segno profondo nella storia spagnola.

“L’Horta més picassiana”. (La Horta picassiana)


Picasso visse a Horta de Sant Joan. Qui prese ispirazione, dipinse e visse come una persona qualunque del luogo. Era innamorato di questi paesaggi. Nel vecchio ospedale ora c’é il Centro Picasso, uno spazio dove si espongono riproduzioni di tutte le opere che l’artista dipinse a Horta, Parigi e Barcellona rievocando la sua amata Horta. Per percorrere questi paesaggi è consigliata una mountain bike attraverso la Via Verda de la Terra Alta.

“Pinzelladas ancestrals” ( Pennellate ancestrali)

L’arte rupestre trasporta a un mondo lontano e ancestrale. A Ulldecona nel Abrics de l’Ermità si può ammirare una delle scene di caccia più antiche di tutta la catalogna. Ha uno stile narrativo e naturalista e si possono vedere ancora tanti dettagli come le pettinature, i vestiti e gli archi semplici e complessi.



“Sobrevolant la batalla” (Sorvolando la battaglia)

L’itinerario si conclude con la visita al campo di aviazione della Sènia. Questo punto era importantissimo a livello strategico perché da qui durante la battaglia dell’Ebro uscivano gli aerei per attaccare il fronte Aragón. Con l’avvento degli aerei il modo di combattere le guerre era cambiato per sempre. Le bombe venivano lanciate e non sempre c’era un obiettivo preciso o precisione nel colpire. Migliaia di civili innocenti hanno perso la vita in questo modo.
Qui è possibile visitare un museo e vedere il documentario “Entre dos Fronts” di Marc Ortiz https://m.youtube.com/watch?v=o_InnOQOi24 che racconta dei bombardamenti aerei e l’abbattimento dell’aereo di Rafael Ballester Linares.



La guerra civile spagnola negli anni é stata raccontata da tanti scrittori, ma una delle voci più autorevoli è stata quella di Hemingway nel suo libro del 1945 “Per chi suona la campana”. Qui l’autore racconta un brevissimo episodio di guerra, dove il soldato americano Robert Jordan delle Brigate Internazionali, alleate con i repubblicani, deve fare saltare un ponte, ma nel farlo si trova a riflettere sul senso della guerra in generale. Hemingway ci illustra allo stesso tempo con estrema chiarezza l’inutilità di questo combattimento fra uomini di fazioni opposte, ma uguali, poveri, vittime di ordini dettati da generali invasati e di ideali politici lontani dalla democrazia. Vite dedicate a un ideale, disposte anche ad uccidere e alla fine spezzate in un combattimento feroce e violento.

 La guerra non risparmia nessuno, nemmeno i civili bombardati senza possibilità di scampo. Un popolo intero e la sua economia messa in ginocchio dalla violenza e la smania di potere dell’essere umano. Case, ospedali, edifici storici, patrimonio culturale, archeologico e architettonico. Tutto distrutto.

Nella guerra non c’è mai un vincitore. L’unico bottino è la nostra memoria storica che ci deve ricordare ogni giorno il passato e insegnarci che c’e sempre un modo migliore per raggiungere i propri ideali. I luoghi della guerra sono da ripercorrere, magari con una lenta passeggiata che ci dia il tempo di pensare e acquisire una consapevolezza della “importància de la vida”.



Elena Baldo & Sandy Marcela Zubiria


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